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L’isola frana, la politica condona

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Gianluca Castagna | Ischia è vinta. E noi tutti abbiamo perso. Una battaglia di civiltà, prima ancora che di giustizia e legalità. Nella vicenda della spiaggia di Cava dell’isola, a Forio, si è ripetuto un copione troppo noto per suscitare sorprese. Stessi attori, stesso ruolo, stesso set. L’intreccio perverso tra politica, imprenditoria e affari ha avuto come effetto una devastazione del territorio ormai irreversibile. L’abusivismo selvaggio con cui è stata sfregiata l’isola d’Ischia ha compromesso per sempre luoghi unici, paesaggi mozzafiato, bellezze naturalistiche che avrebbero potuto dar linfa alle uniche due risorse su cui si regge l’economia locale: l’agricoltura e il turismo. Non sono servite le denunce degli ambientalisti, la rabbia dei cittadini, l’esempio virtuoso di pochi. Per decenni la compiacenza di burocrati e amministratori ha consentito la violazione sistematica di ogni norma edilizia. Compresa quella, per molti versi insensata, dell’inedificabilità assoluta. Perché a un totem ideologico se ne è contrapposto un altro: la frauca selvaggia. Costi quel che costi.

cavisola-370x290Tutto questo non sarebbe accaduto senza l’aiutino della politica.
Senza concedere protezione in cambio di affiliazione. Senza l’ambiguità delle dichiarazioni di circostanza che nascondono truffe linguistiche e regalano assoluzioni sottobanco. Senza l’ipocrisia di chi condanna a parole, ma poi non muove un dito e chiude un occhio, anzi tutti e due. Perfino in questi giorni, quando l’incendio di un canneto ha rivelato agli occhi di tutti una faraonica discesa di pietra e cemento che dall’ormai famigerato complesso turistico muove verso l’arenile di Cava, la risposta politica dell’amministrazione Del Deo si è limitata a proclami precotti o improbabili autoassoluzioni (“quando ci siamo insediati, già esisteva”; “il privato sta provvedendo a eliminare il pericolo”, “non abbiamo mezzi e uomini”). Perfino di fronte alle immagini, alla loro schiacciante evidenza (un operaio spiana il terreno al termine del tratto di strada sotto sequestro), l’autismo della politica resta esemplare (“Non mi risulta che ci siano stati interventi edilizi nei giorni scorsi”, “Non accetto dietrologie”).
Nemmeno le dimissioni dell’assessore Luciano Castaldi, segno manifesto dell’irrilevanza (e fallimento) della politica, di questa politica, sono riuscite a scuotere il primo cittadino di Forio e la sua crocchia dall’inerzia desolante e dal solito torpore. “Questioni personali e di lavoro”, si taglia corto per tacitare la voce fuori dal coro.
Del resto, parliamo di un’amministrazione che, all’indomani dei crolli avvenuti lo scorso inverno, chiede ai titolari dei terreni sovrastanti (friabili certo, ma anche gravati da centinaia di metri cubi un po’fuorilegge, un po’condonati, un po’ sotto sequestro) nientemeno che un piano per mettere in sicurezza il costone. Proprio a loro? A chi è corresponsabile di questo stato delle cose? E’ come affidare a un piromane lo spegnimento di un incendio.

pag.-6-foto-pezzo-principale2-700x357Oggi leggiamo che il sindaco Del Deo – secondo quanto riporta Mario Goffredo del M5s – potrebbe valutare l’ipotesi di una discesa solo dopo la totale messa in sicurezza dell’area. Magari con la giustificazione di rendere accessibile l’arenile ai diversamente abili. L’ultima foglia di fico con cui si coprono le peggio nefandezze e ci si lava la coscienza. Posto che, ragionando così, ogni impresa turistica troverebbe lecito affondare gli artigli sul territorio per presunte nobili cause; posto che una strada per raggiungere l’arenile già esiste, basterebbe renderla percorribile ai diversamente abili e non agli scooter o ai furgoni (come accade adesso); posto che gli interessi legittimi dei diversamente abili valgono almeno quanto quelli degli altri, c’è un interesse superiore della collettività a cui non si può rispondere con la politica dello struzzo: è il diritto alla salvaguardia e alla tutela dei beni ambientali. Viene prima di ogni cosa.
Ecco perché riaprire parte della spiaggia, ancora assediata da abusivisti seriali, è solo un sedativo per la meglio gioventù sul piede di guerra. Un condono soft che non affronta, né scioglie la contraddizione di fondo che ha distrutto una delle spiagge più belle dell’isola. Basterebbe una nuotata a pochi metri dalla riva per rendersi conto che le discese a mare sembrano pacchiane rampe di lancio, o che è sempre più difficile distinguere interventi “naturalistici” di messa in sicurezza da metastasi del cemento e dell’orrore. Questione speciosa? Sarà, ma l’estetica è etica. Anche se non quella dei comitati d’affari.

Grazie a Miro Iacono per il fotoritocco alla prima immagine 

 

3 COMMENTI

  1. Bravo il sindaco a dire non abbiamo uomini ne mezzi, basta chiedere esiste il volontariato e penso che nessuno si tirerebbe indietro per il bene del proprio paese.
    Ma il Del Deo lo ama davvero il suo paese?

  2. un COMMENTO?!!!! che speranze ci restano? …… questa avarizia e coruzzione egoista globale …… non lasciano più speranze

  3. personalmente non mi demoralizzerei così tanto: guardate che se denunciate il fatto alla Procura della Repubblica, anche tramite il semplice recarvi dai Carabinieri denunciando quello che a voi sembra essere un atto illecito (e direi proprio che lo è) voi non avete nessun coinvolgimento ma la Procura è OBBLIGATA a indagare, e allora … ma fatelo, non aspettate!