Il Golfo » Annamaria Punzo http://www.ilgolfo.info Il Quotidiano di Ischia e Procida Tue, 22 Jul 2014 10:38:51 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.8.3 Trovare lavoro ad Ischia? Si può e si deve, basta osservarsi bene intorno http://www.ilgolfo.info/ilavorodeigiovaniadischia/ http://www.ilgolfo.info/ilavorodeigiovaniadischia/#comments Thu, 17 Apr 2014 18:25:52 +0000 http://www.ilgolfo.info/?p=215 di Annamaria Punzo Un reportage che racconta quella parte dell’Isola che vuole crescere e rimanere qui, ma che segue anche le richieste del mercato del lavoro odierno, con molte innovazioni ISCHIA- Ad Ischia spesso e volentieri parlare di lavoro è un tabù, perché la crisi tutti la sentono e seppur molti ne parlino, spingersi a discutere della propria occupazione nel futuro e di quella dei propri figli è un boccone amaro per tanti. Proprio per questo, sono tantissimi gli isolani che scappano, che lasciano Ischia per andare in terraferma, con l’idea di perseguire gli studi e di laurearsi per poi cercare lavoro ovunque tranne che a casa propria.  Eppure, riflettendo sulle posizioni degli isolani, sembra proprio che vi sia una volontaria disoccupazione, ovvero una forzata decisione di rimanere fermi, cullati dall’indifferenza dell’elasticità mentale di tanti, che vedono nella ricerca di un lavoro niente altro che una classica “manna” che deve scendere dal cielo. A cosa sia dovuto tutto ciò è semplice; spesso sono proprio i genitori che educano i propri figli all’immobilismo, all’indecisione lavorativa e a quella emblematica considerazione di se stessi come studenti in primis ma soprattutto di figli dipendenti per sempre. Dipendenti dalle decisioni di madri apprensive, o di padri che consigliano come unica strada quella dell’impiegato, con un posto fisso e sicuro, che arrivi dallo Stato e non dall’inventiva di chi invece può dare tanto. Perché sono tantissimi gli sbocchi lavorativi che ogni giorno Ischia offre, con i suoi splendidi vigneti, le terre incolte, le tradizioni culinarie e l’accoglienza di chi questo mestiere lo fa da tanto tempo. Lo sviluppo di un turismo sostenibile, di un’agricoltura a km 0, fatta di prodotti locali indipendenti dalla terraferma, potrebbero essere le strade del domani di quanti, sui banchi universitari non intendo rimanerci per sempre. Lauree come quella in agraria, in scienze del turismo, della comunicazione e dei beni culturali, sono alla base di sviluppi del genere, favorendo una nuova concezione diversa dell’Isola, magari migliore. D’altronde, che il percorso dell’Italia tutta sia verso lo sviluppo del territorio e dei beni storici, artistici e culturali dello stivale, è cosa ormai nota, tanto che il turismo enogastronomico e quello fatto di percorsi alternativi, stanno divenendo un vero e proprio must nel turismo straniero. Proprio per questo Ischia dovrebbe cogliere al balzo queste nuove opportunità. E anche se in molti lo fanno, questo non vuol dire che lo stiano facendo bene, prediligendo più il lavoro per il lavoro che lo stesso fatto per amore.  Uguale storia lo sviluppo dei beni archeologici di Lacco Ameno  che dovrebbe essere obiettivo non primario, bensì essenziale delle amministrazioni isolane, inconsapevoli – così pare- di quanto patrimonio vi sia racchiuso in una piccola coppa, quella di Nestore, che tutto il mondo ci invidia ma che solo noi facciamo finta di non vedere perché parte di un turismo nel lungo termine. La colpa è dunque prima di tutto dei tali “grandi”, di chi ogni mattina si siede dietro una poltrona e detta legge su cosa sia meglio per Ischia e cosa non lo sia, e di chi insegna ai propri figli che nella vita è meglio aspettare piuttosto che buttarsi e credere in un sogno o in un’idea.   Eppure, tra i tanti studenti universitari che dicono no ad Ischia, in un clima quasi di snobbismo,  vi sono ragazzi e ragazze ancora decisi a continuare a credere nella propria terra, studiando e lavorando ogni giorno affinché i costumi e le tradizioni locali non siano perduti.  L’esempio è quello di Francesco Di Costanzo, che ha continuato il lavoro dei genitori nella salumeria di famiglia, mandando avanti un marchio come Ischia Salumi con creatività ed innovazione,  oppure come quello di Chiara Matarese, che dalla gioielleria di famiglia, Bottiglieri, continua la tradizione prendendosi cura ogni giorno dei prodotti da vendere, selezionandoli con classe e cura, con il sogno di portare l’eccellenza ad Ischia. O ancora, come Federica Cuomo, che ogni giorno nel periodo estivo fa la bagnina nel lido di famiglia a San Francesco, la spiaggia “da Giovanni”, senza stancarsi mai. Un segnale forte, che dovrebbe far riflettere quanti ogni giorni cerchino una strada da percorrere, pensando di non trovarla mai. Spesso invece è proprio davanti i propri occhi, basta guardare con attenzione.

L'articolo Trovare lavoro ad Ischia? Si può e si deve, basta osservarsi bene intorno sembra essere il primo su Il Golfo.

]]>
di Annamaria Punzo Un reportage che racconta quella parte dell’Isola che vuole crescere e rimanere qui, ma che segue anche le richieste del mercato del lavoro odierno, con molte innovazioni

Bambino in carriera

ISCHIA- Ad Ischia spesso e volentieri parlare di lavoro è un tabù, perché la crisi tutti la sentono e seppur molti ne parlino, spingersi a discutere della propria occupazione nel futuro e di quella dei propri figli è un boccone amaro per tanti. Proprio per questo, sono tantissimi gli isolani che scappano, che lasciano Ischia per andare in terraferma, con l’idea di perseguire gli studi e di laurearsi per poi cercare lavoro ovunque tranne che a casa propria.  Eppure, riflettendo sulle posizioni degli isolani, sembra proprio che vi sia una volontaria disoccupazione, ovvero una forzata decisione di rimanere fermi, cullati dall’indifferenza dell’elasticità mentale di tanti, che vedono nella ricerca di un lavoro niente altro che una classica “manna” che deve scendere dal cielo.

A cosa sia dovuto tutto ciò è semplice; spesso sono proprio i genitori che educano i propri figli all’immobilismo, all’indecisione lavorativa e a quella emblematica considerazione di se stessi come studenti in primis ma soprattutto di figli dipendenti per sempre. Dipendenti dalle decisioni di madri apprensive, o di padri che consigliano come unica strada quella dell’impiegato, con un posto fisso e sicuro, che arrivi dallo Stato e non dall’inventiva di chi invece può dare tanto.
Perché sono tantissimi lavorogli sbocchi lavorativi che ogni giorno Ischia offre, con i suoi splendidi vigneti, le terre incolte, le tradizioni culinarie e l’accoglienza di chi questo mestiere lo fa da tanto tempo. Lo sviluppo di un turismo sostenibile, di un’agricoltura a km 0, fatta di prodotti locali indipendenti dalla terraferma, potrebbero essere le strade del domani di quanti, sui banchi universitari non intendo rimanerci per sempre. Lauree come quella in agraria, in scienze del turismo, della comunicazione e dei beni culturali, sono alla base di sviluppi del genere, favorendo una nuova concezione diversa dell’Isola, magari migliore.
D’altronde, che il percorso dell’Italia tutta sia verso lo sviluppo del territorio e dei beni storici, artistici e culturali dello stivale, è cosa ormai nota, tanto che il turismo enogastronomico e quello fatto di percorsi alternativi, stanno divenendo un vero e proprio must nel turismo straniero. Proprio per questo Ischia dovrebbe cogliere al balzo queste nuove opportunità.

E anche se in molti lo fanno, questo non vuol dire che lo stiano facendo bene, prediligendo più il lavoro per il lavoro che lo stesso fatto per amore.  Uguale storia lo sviluppo dei beni archeologici di Lacco Ameno  che dovrebbe essere obiettivo non primario, bensì essenziale delle amministrazioni isolane, inconsapevoli – così pare- di quanto patrimonio vi sia racchiuso in una piccola coppa, quella di Nestore, che tutto il mondo ci invidia ma che solo noi facciamo finta di non vedere perché parte di un turismo nel lungo termine. La colpa è dunque prima di tutto dei tali “grandi”, di chi ogni mattina si siede dietro una poltrona e detta legge su cosa sia meglio per Ischia e cosa non lo sia, e di chi insegna ai propri figli che nella vita è meglio aspettare piuttosto che buttarsi e credere in un sogno o in un’idea.

 

Ischia Salumi

Ischia Salumi

Eppure, tra i tanti studenti universitari che dicono no ad Ischia, in un clima quasi di snobbismo,  vi sono ragazzi e ragazze ancora

Bottiglieri

Bottiglieri

decisi a continuare a credere nella propria terra, studiando e lavorando ogni giorno affinché i costumi e le tradizioni locali non siano perduti.  L’esempio è quello di Francesco Di Costanzo, che ha continuato il lavoro dei genitori nella salumeria di famiglia, mandando avanti un marchio come Ischia Salumi con creatività ed innovazione,  oppure come quello di Chiara Matarese, che dalla gioielleria di famiglia, Bottiglieri, continua la tradizione prendendosi cura ogni giorno dei prodotti da vendere, selezionandoli con classe e cura, con il sogno di portare l’eccellenza ad Ischia.

Federica Cuomo

Federica Cuomo

O ancora, come Federica Cuomo, che ogni giorno nel periodo estivo fa la bagnina nel lido di famiglia a San Francesco, la spiaggia “da Giovanni”, senza stancarsi mai.
Un segnale forte, che dovrebbe far riflettere quanti ogni giorni cerchino una strada da percorrere, pensando di non trovarla mai. Spesso invece è proprio davanti i propri occhi, basta guardare con attenzione.

L'articolo Trovare lavoro ad Ischia? Si può e si deve, basta osservarsi bene intorno sembra essere il primo su Il Golfo.

]]>
http://www.ilgolfo.info/ilavorodeigiovaniadischia/feed/ 0
POST CENONI NATALIZI COMINCIANO LE DIETE, MA QUALI? http://www.ilgolfo.info/ladietachefamaleglisolani/ http://www.ilgolfo.info/ladietachefamaleglisolani/#comments Thu, 17 Apr 2014 18:09:23 +0000 http://www.ilgolfo.info/?p=209 di Annamaria Punzo ISCHIA- Succede in ogni famiglia isolana, indifferentemente da budget elevato o meno, di avere casi di sovrappeso o di dimagrimenti repentini. Tutto ciò molto spesso è incentivato da pubblicità ingannevoli, ma anche da molti finti esperti che, presi dal business del dimagrimento veloce e low cost, promettono miracoli a signore e adolescenti di mezza Ischia. Ed i primi segnali sono evidenti in farmacia, dove barrette energetiche, particolari tisane e tanto altro, portano a veri e propri incassi record, con oltre 100.000 euro annui registrati per acquisti del genere. Un investimento che in tanti conoscono bene, e che mettono in risalto in vetrine e scaffali, paladini della dieta, quella “sana”. Ma i sempre più numerosi casi di bulimia, di dimagrimento e ingrasso veloce e spasmodico nelle donne isolane, portano sempre più dietologi e nutrizionisti locali a puntare il dito contro chi promette a parole, ma non con i fatti risultati che siano effettivi nel lungo termine. Ciò dipende particolarmente e soprattutto anche dalle cattive informazioni che girano sulle note “Dukan e Co.”, alcune realmente efficaci, altre davvero dannose per il fisico di chi le prova. Nel web ne girano tante, da quelle golose alle più ferree, prive di cibi solidi ma solo liquidi. Ma se sull’Isola molti le seguono, troppi poi soffrono di risultati catastrofici, ed è quello che è successo a Maria F, nome di fantasia, che una ragazza ha deciso di dare per restare nell’anonimato, pur testimoniando con un’intervista la sua esperienza nel mondo delle disfunzioni alimentari. Maria, di quale disturbo hai sofferto? “Ho sofferto di un comunissimo disturbo alimentare … molto grave se non preso in tempo. La mia malattia si chiamava anoressia.” Quando hai capito di aver bisogno d’aiuto? Cosa hai fatto? “Purtroppo non ho mai capito di essere malata, è stata la mia famiglia a preoccuparsi e a portarmi da diversi dottori, e c’è da dire che molti hanno anche rifiutato il caso. Mi hanno ascoltata e cercato di farmi capire che avevo un serio problema, ma solo alla fine della malattia mi sono resa conto del mio reale stato di salute. La mancanza di ciclo mestruale, la caduta dei capelli, la paura di qualsiasi cosa fosse commestibile, mi facevano riflettere, ma mai ammettere l’anoressia. Infatti il “non ammettere” è un chiaro segnale dell’ANA.” Quanto i prodotti faidate e consigli scellerati hanno influito sul tuo stato di salute, hai mai acquistato prodotti sui banchi delle farmacie o al supermercato? “Ho fatto tantissime diete, provate tutte come anche i prodotti, ma una cosa che non si capisce è che molti pensano che le persone che soffrono di disturbi alimentari odino il cibo. Non è affatto così, spesso l’amore per il cibo in genere, diviene tanto esasperato da averne paura. Ho comprato pillole, lassativi e altri prodotti che cercando su internet ho poi scoperto facessero molto male alla mia salute. Il problema è che simili medicinali li possono comprare tutti e sarei molto contenta se vi fosse più controllo a riguardo.“ Hai mai pensato a quanto tutto ciò oltre che fisicamente ti sia economicamente costato? Cosa compravi? “Ricordo le “abbuffate”. Si andava al supermercato e si comprava di tutto, poi si vomitava o si sputava. Andare a fare la spesa era la mia festa, un momento di gioia che mi ritagliavo di solito il sabato, così potevo passare tutta la serata chiusa in me stessa”. La tua vita oggi? “Ora mi tengo in forma per non ricadere nel buco nero dell’anoressia, che è una malattia che non va mai via del tutto. Ogni minima sofferenza sembra un valido motivo per tornare a farsi del male.” Cosa vuoi dire a chi sta affrontando un momento difficile come quello hai passato tu? “Vorrei dire alle ragazze e ai ragazzi nella mia stessa situazione, che questo è un problema gravissimo. L’anoressia può portare alla sterilità e alla morte, e ci sono tanti modi per uscirne. Io sono stata aiutata da una nutrizionista e dalla psicologa, ma soprattutto dalla mia famiglia. Quando iniziate ad avere pensieri che non vi appartengono, dovete parlarne! Io sono stata fortunata, ormai è qualche tempo che ne sono uscita, ma c’è tanta gente che soffre per oltre venti anni, e su internet ci sono siti pro ANA, veri e propri forum che aiutano a capire come diventare anoressici che andrebbero assolutamente cancellati! E voglio anche dire a tutti i medici isolani, che quando una persona soffre così, la si deve aiutare, non rifiutare il caso, come è successo a me!” Grazie Maria. “Grazie a te!” Una testimonianza in grado di rappresentare una realtà nascosta ad Ischia, che spesso sembra il vizio di ragazze e signore, ma che invece colpisce anche giovani adolescenti in crisi, insicuri. La riflessione parte dunque da qui.  

L'articolo POST CENONI NATALIZI COMINCIANO LE DIETE, MA QUALI? sembra essere il primo su Il Golfo.

]]>
Un viaggio tra le cure dimagranti di adolescenti e signore dell’Isola verde, che non badano a spese pur di apparire belli e “sani”. di Annamaria Punzo

ISCHIA- Succede in ogni famiglia isolana, indifferentemente da budget elevato o meno, di avere casi di sovrappeso o di dimagrimenti repentini. Tutto ciò molto spesso è incentivato da pubblicità ingannevoli, ma anche da molti finti esperti che, presi dal business del dimagrimento veloce e low cost, promettono miracoli a signore e adolescenti di mezza Ischia. Ed i primi segnali sono evidenti in farmacia, dove barrette energetiche, particolari tisane e tanto altro, portano a veri e propri incassi record, con oltre 100.000 euro annui registrati per acquisti del genere.

Un investimento che in tanti conoscono bene, e che mettono in risalto in vetrine e scaffali, paladini della dieta, quella “sana”. Ma i sempre più numerosi casi di bulimia, di dimagrimento e ingrasso veloce e spasmodico nelle donne isolane, portano sempre più dietologi e nutrizionisti locali a puntare il dito contro chi promette a parole, ma non con i fatti risultati che siano effettivi nel lungo termine. Ciò dipende particolarmente e soprattutto anche dalle cattive informazioni che girano sulle note “Dukan e Co.”, alcune realmente efficaci, altre davvero dannose per il fisico di chi le prova. Nel web ne girano tante, da quelle golose alle più ferree, prive di cibi solidi ma solo liquidi. Ma se sull’Isola molti le seguono, troppi poi soffrono di risultati catastrofici, ed è quello che è successo a Maria F, nome di fantasia, che una ragazza ha deciso di dare per restare nell’anonimato, pur testimoniando con un’intervista la sua esperienza nel mondo delle disfunzioni alimentari.

Maria, di quale disturbo hai sofferto?

“Ho sofferto di un comunissimo disturbo alimentare … molto grave se non preso in tempo. La mia malattia si chiamava anoressia.”

Quando hai capito di aver bisogno d’aiuto? Cosa hai fatto?

“Purtroppo non ho mai capito di essere malata, è stata la mia famiglia a preoccuparsi e a portarmi da diversi dottori, e c’è da dire che molti hanno anche rifiutato il caso. Mi hanno ascoltata e cercato di farmi capire che avevo un serio problema, ma solo alla fine della malattia mi sono resa conto del mio reale stato di salute. La mancanza di ciclo mestruale, la caduta dei capelli, la paura di qualsiasi cosa fosse commestibile, mi facevano riflettere, ma mai ammettere l’anoressia. Infatti il “non ammettere” è un chiaro segnale dell’ANA.”

Quanto i prodotti faidate e consigli scellerati hanno influito sul tuo stato di salute, hai mai acquistato prodotti sui banchi delle farmacie o al supermercato?

“Ho fatto tantissime diete, provate tutte come anche i prodotti, ma una cosa che non si capisce è che molti pensano che le persone che soffrono di disturbi alimentari odino il cibo. Non è affatto così, spesso l’amore per il cibo in genere, diviene tanto esasperato da averne paura. Ho comprato pillole, lassativi e altri prodotti che cercando su internet ho poi scoperto facessero molto male alla mia salute. Il problema è che simili medicinali li possono comprare tutti e sarei molto contenta se vi fosse più controllo a riguardo.La piramide del cibo

Hai mai pensato a quanto tutto ciò oltre che fisicamente ti sia economicamente costato? Cosa compravi?

“Ricordo le “abbuffate”. Si andava al supermercato e si comprava di tutto, poi si vomitava o si sputava. Andare a fare la spesa era la mia festa, un momento di gioia che mi ritagliavo di solito il sabato, così potevo passare tutta la serata chiusa in me stessa”.

La tua vita oggi?

“Ora mi tengo in forma per non ricadere nel buco nero dell’anoressia, che è una malattia che non va mai via del tutto. Ogni minima sofferenza sembra un valido motivo per tornare a farsi del male.”

Cosa vuoi dire a chi sta affrontando un momento difficile come quello hai passato tu?

“Vorrei dire alle ragazze e ai ragazzi nella mia stessa situazione, che questo è un problema gravissimo. L’anoressia può portare alla sterilità e alla morte, e ci sono tanti modi per uscirne. Io sono stata aiutata da una nutrizionista e dalla psicologa, ma soprattutto dalla mia famiglia. Quando iniziate ad avere pensieri che non vi appartengono, dovete parlarne! Io sono stata fortunata, ormai è qualche tempo che ne sono uscita, ma c’è tanta gente che soffre per oltre venti anni, e su internet ci sono siti pro ANA, veri e propri forum che aiutano a capire come diventare anoressici che andrebbero assolutamente cancellati! E voglio anche dire a tutti i medici isolani, che quando una persona soffre così, la si deve aiutare, non rifiutare il caso, come è successo a me!”

Grazie Maria.

“Grazie a te!”

Una testimonianza in grado di rappresentare una realtà nascosta ad Ischia, che spesso sembra il vizio di ragazze e signore, ma che invece colpisce anche giovani adolescenti in crisi, insicuri. La riflessione parte dunque da qui.

 

L'articolo POST CENONI NATALIZI COMINCIANO LE DIETE, MA QUALI? sembra essere il primo su Il Golfo.

]]>
http://www.ilgolfo.info/ladietachefamaleglisolani/feed/ 0
In corsia e nella vita, sempre in prima linea http://www.ilgolfo.info/personaggiodellannoischia/ http://www.ilgolfo.info/personaggiodellannoischia/#comments Tue, 15 Apr 2014 17:36:31 +0000 http://www.ilgolfo.info/?p=175 di Annamaria Punzo ISCHIA - “L’Isolano dell’anno” per il Golfo, ma anche per tutti gli ischitani, non può che essere per questo 2013 un uomo che si è distinto nel corso degli eventi per umiltà, affetto e dedizione verso il suo lavoro, che ogni giorno lo vede impegnato in piccole e grandi battaglie tra le corsie del Rizzoli. Il Primario Dottor Roberto Buonanno, con il suo impegno nei confronti del piccolo Alessandro e verso tanta gente, ha reso un servizio alla comunità fondamentale, e in uno speciale a lui dedicato, sono tante le riflessioni ma anche le scoperte fatte su di lui. L’uomo prima del medico, ma anche il pendolare tra Napoli ed Ischia, il papà e il fratello… ma soprattutto l’amico, di tutti, da sempre. Il lavoro del medico è uno tra i più complessi, non solo per le responsabilità del caso, ma anche per i tanti volti che si incontrano lungo le corsie d’ospedale. Partendo dai grandi successi, non si può evitar di chiedere: il piccolo Alessandro oggi, come sta? “Alessandro sta bene, compatibilmente con quella che è la patologia di base. Ma sta benissimo da quando, da fine maggio, è a casa sua, dove può godere dell’affetto della madre, dei fratelli, di tutti quanti gli vogliono bene, e perché no, di noi medici e infermieri.” L’ospedale Rizzoli, spesso bersagliato dai tanti problemi che un po’ tutta la sanità nazionale vive, nella Sua figura, si è distinto per cuore e promozione di una medicina giusta, favorendo così l’iter di assistenza domiciliare di cui il piccolo Alessandro necessitava. Cosa andrebbe ancora fatto per l’ospedale? “Il Rizzoli deve ridiventare un cantiere, Dopo i lavori fatti nel 2003 e nel 2004 hanno fatto seguito solo promesse; il fantomatico ampliamento è rimasto una chimera: siamo fermi a 67 posti letto che sono pochi per l’utenza che serviamo e per la mole di lavoro che facciamo.” Essere primario in una piccola comunità significa conoscere i volti di tanta gente e le loro storie, ma anche diventare col tempo un “isolano d’adozione”. Nel tragitto da Napoli ad Ischia, da Lei vissuto quotidianamente come pendolare, vede gli stessi disagi dei tanti isolani pendolari? Come vive questo status? “Sono a Ischia dal giugno del 2000; più passa il tempo, meno sono “pendolare” e più sono ischitano. I collegamenti sono peggiorati anno dopo anno. Personalmente, ritengo sia quasi impossibile “pendolare”: troppi disagi, soprattutto nei mesi invernali, quando chi viene per lavoro a Ischia viene per offrire un servizio alla popolazione. Ma a molti sembra che questo non interessi.” Cosa è successo nella sanità locale in questo 2013 ormai quasi terminato? Il Rizzoli quanto può raccontare e quanto sono importanti gli infermieri, il personale tutto ma anche i volontari all’interno di un così intricato sistema? “Purtroppo nel 2013 di cose veramente significative non ce ne sono state, se non una riunione prima di Natale che riguarda proprio la ripresa dei lavori nel 2014. Medici, infermieri, volontari:  sono loro il vero motore dell’ospedale. Abbiamo avuto, forse, meno turn-over rispetto agli altri anni, ma siamo ancora lontani da una situazione stabile.” La famiglia diviene anche chi accompagna le lunghe giornate di lavoro, fatte di tensione, dolore ma anche risate e speranza…quali sono i rapporti tra le corsie d’ospedale? Oltre i pazienti, infermieri e personale tutto cosa rappresentano per Lei?no loro il vero motore dell’ospedale. Abbiamo avuto, forse, meno turn-over rispetto agli altri anni, ma siamo ancora lontani da una situazione stabile.” “Entrare in Ospedale è come entrare a casa: i rapporti sono ottimi. Cominci con la Guardia Giurata che ti saluta e per forza ti vuole offrire il caffè, con chiunque sorrisi, battute, comunque cordialità. Da me “dipendono” il Complesso Operatorio, la Rianimazione, il “Codice Rosso”, settori nevralgici dell’Ospedale: non ho mai la sensazione che chi mi chiama “Direttore” lo faccia con deferenza, ma piuttosto con amicizia.” Un buon augurio per gli Ischitani, ma anche una richiesta per le amministrazioni dell’Isola, valido appello per il 2014? “L’augurio, sia pur banale, è quello della SALUTE! Vorrei incontrare gli Ischitani dappertutto, ma mai in Ospedale. E’ vero che il Rizzoli stà nel comune di Lacco Ameno, ma è un bene di tutto l’Isola: che si smetta con interessi di parte, che tutti e sei i Sindaci operino con sinergismo a favore del Rizzoli. Dall’attuale Ministro arriva di nuovo la minaccia di chiusura: aumentare i posti letto e le nostre prestazioni costituiscono la migliore e definitiva risposta a queste minacce.”

L'articolo In corsia e nella vita, sempre in prima linea sembra essere il primo su Il Golfo.

]]>
Dottor Buonanno

di Annamaria Punzo

ISCHIA - “L’Isolano dell’anno” per il Golfo, ma anche per tutti gli ischitani, non può che essere per questo 2013 un uomo che si è distinto nel corso degli eventi per umiltà, affetto e dedizione verso il suo lavoro, che ogni giorno lo vede impegnato in piccole e grandi battaglie tra le corsie del Rizzoli. Il Primario Dottor Roberto Buonanno, con il suo impegno nei confronti del piccolo Alessandro e verso tanta gente, ha reso un servizio alla comunità fondamentale, e in uno speciale a lui dedicato, sono tante le riflessioni ma anche le scoperte fatte su di lui. L’uomo prima del medico, ma anche il pendolare tra Napoli ed Ischia, il papà e il fratello… ma soprattutto l’amico, di tutti, da sempre.

Il lavoro del medico è uno tra i più complessi, non solo per le responsabilità del caso, ma anche per i tanti volti che si incontrano lungo le corsie d’ospedale. Partendo dai grandi successi, non si può evitar di chiedere: il piccolo Alessandro oggi, come sta?

“Alessandro sta bene, compatibilmente con quella che è la patologia di base. Ma sta benissimo da quando, da fine maggio, è a casa sua, dove può godere dell’affetto della madre, dei fratelli, di tutti quanti gli vogliono bene, e perché no, di noi medici e infermieri.”

L’ospedale Rizzoli, spesso bersagliato dai tanti problemi che un po’ tutta la sanità nazionale vive, nella Sua figura, si è distinto per cuore e promozione di una medicina giusta, favorendo così l’iter di assistenza domiciliare di cui il piccolo Alessandro necessitava. Cosa andrebbe ancora fatto per l’ospedale?

“Il Rizzoli deve ridiventare un cantiere, Dopo i lavori fatti nel 2003 e nel 2004 hanno fatto seguito solo promesse; il fantomatico ampliamento è rimasto una chimera: siamo fermi a 67 posti letto che sono pochi per l’utenza che serviamo e per la mole di lavoro che facciamo.”

Essere primario in una piccola comunità significa conoscere i volti di tanta gente e le loro storie, ma anche diventare col tempo un “isolano d’adozione”. Nel tragitto da Napoli ad Ischia, da Lei vissuto quotidianamente come pendolare, vede gli stessi disagi dei tanti isolani pendolari? Come vive questo status?

“Sono a Ischia dal giugno del 2000; più passa il tempo, meno sono “pendolare” e più sono ischitano. I collegamenti sono peggiorati anno dopo anno. Personalmente, ritengo sia quasi impossibile “pendolare”: troppi disagi, soprattutto nei mesi invernali, quando chi viene per lavoro a Ischia viene per offrire un servizio alla popolazione. Ma a molti sembra che questo non interessi.”

Cosa è successo nella sanità locale in questo 2013 ormai quasi terminato? Il Rizzoli quanto può raccontare e quanto sono importanti gli infermieri, il personale

Rizzoli tutto ma anche i volontari all’interno di un così intricato sistema?

“Purtroppo nel 2013 di cose veramente significative non ce ne sono state, se non una riunione prima di Natale che riguarda proprio la ripresa dei lavori nel 2014. Medici, infermieri, volontari:  sono loro il vero motore dell’ospedale. Abbiamo avuto, forse, meno turn-over rispetto agli altri anni, ma siamo ancora lontani da una situazione stabile.”

La famiglia diviene anche chi accompagna le lunghe giornate di lavoro, fatte di tensione, dolore ma anche risate e speranza…quali sono i rapporti tra le corsie d’ospedale? Oltre i pazienti, infermieri e personale tutto cosa rappresentano per Lei?no loro il vero motore dell’ospedale. Abbiamo avuto, forse, meno turn-over rispetto agli altri anni, ma siamo ancora lontani da una situazione stabile.”

“Entrare in Ospedale è come entrare a casa: i rapporti sono ottimi. Cominci con la Guardia Giurata che ti saluta e per forza ti vuole offrire il caffè, con chiunque sorrisi, battute, comunque cordialità. Da me “dipendono” il Complesso Operatorio, la Rianimazione, il “Codice Rosso”, settori nevralgici dell’Ospedale: non ho mai la sensazione che chi mi chiama “Direttore” lo faccia con deferenza, ma piuttosto con amicizia.”

Un buon augurio per gli Ischitani, ma anche una richiesta per le amministrazioni dell’Isola, valido appello per il 2014?


“L’augurio, sia pur banale, è quello della SALUTE! Vorrei incontrare gli Ischitani dappertutto, ma mai in Ospedale. E’ vero che il Rizzoli stà nel comune di Lacco Ameno, ma è un bene di tutto l’Isola: che si smetta con interessi di parte, che tutti e sei i Sindaci operino con sinergismo a favore del Rizzoli. Dall’attuale Ministro arriva di nuovo la minaccia di chiusura: aumentare i posti letto e le nostre prestazioni costituiscono la migliore e definitiva risposta a queste minacce.”

L'articolo In corsia e nella vita, sempre in prima linea sembra essere il primo su Il Golfo.

]]>
http://www.ilgolfo.info/personaggiodellannoischia/feed/ 0