Home Attualità Eavbus in affanno: nove autobus della CTP già rotti

Eavbus in affanno: nove autobus della CTP già rotti

Buona parte dei mezzi arrivati in soccorso dalla terraferma sono già fermi per la manutenzione, le operazioni per ripararli sono rallentate dall’impossibilità dei meccanici ischitani di metter mano ai mezzi della Ctp: possono essere riparati solo dai meccanici della terraferma.

Di Antonello De Rosa

ISCHIA. La benefica parentesi di serenità che aveva ridato respiro all’Eavbus pare si stia nuovamente dissolvendo in una coltre d’inefficienza. Negli scorsi giorni avevamo raccontato di come le strade dell’isola abbondassero di autobus. Una notevole quantità di mezzi pubblici poteva essere scorta senza difficoltà tra le strade dell’isola. Sulle fermate erano poche le persone ad aspettare i mezzi, segno di una continuità del servizio notevole. Gli autobus, nonostante il ragguardevole afflusso di persone, non sembravano nemmeno troppo pieni, segno che la ridistribuzione degli utenti stava avvenendo in maniera equa. Le arterie principali del perimetro isolano sembravano essere tornate agli antichi fasti della gestione della S.e.p.s.a. , la vecchia azienda che ha sempre gestito in maniera professionale i trasporti pubblici sull’isola. I pullman, a quei tempi, garantivano un servizio soddisfacente per residenti e turisti rasentando precisioni svizzere. Una situazione idilliaca che ricordano con nostalgia viaggiatori e dipendenti.

Cinquantadue autobus attivi fino a pochi giorni fa. Un numero più che sufficiente ad assicurare tutte le linee, persino quelle straordinarie che vengono messe a disposizione degli utenti per far fronte alle esigenze estive di spostamento e per rendere agevole il raggiungimento delle principali spiagge dell’isola con poco sforzo.

Un notevole dispiegamento di mezzi che mancava da diversi anni e che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo ai viaggiatori che hanno visto finalmente tornare un servizio di trasporti degno di un territorio che fa dell’accoglienza la propria vocazione.

Ma in materia di trasporti sull’isola non si può star tranquilli per molto tempo ed ecco sopraggiungere notizie poco rassicuranti, che sembrano palesare all’orizzonte nubi di difficoltà per il prossimo futuro dei servizi di trasporto isolani.

A pochi giorni dallo sbarco dei fondamentali mezzi di rinforzo più della metà degli autobus hanno dato segni di cedimento e sono fermi, inutilizzati nel deposito di via Michele Mazzella, che giorno dopo giorno sembra assumere sempre più le sembianze di un gigantesco cimitero ricolmo di mezzi fatiscenti.

Gli incolpevoli dipendenti dell’Eavbus di Ischia alzano le braccia e si arrendono a un copione andato già in scena l’anno scorso, di fatto si sta ripresentando il problema paradossale della passata estate, quando i mezzi giunti in aiuto dalla terraferma dopo pochi giorni si guastarono tutti.

Delle quindici unità arrivate dai depositi di Teverola, il paesino della provincia di Caserta che ospita i mezzi della “compagnia trasporti pubblici”, nove sono già fermi, solo sei sono a disposizione degli autisti che temono che si possa ripresentare a breve la situazione di estremo disagio già sperimentata in primavera, quando i già assidui turisti, invogliati dalla placidità del clima, sbarcarono sull’isola con indicibili difficoltà di movimento sul territorio per la scarsa presenza di mezzi.

È un dramma andato già in scena lo scorso anno quando i mezzi della Ctp si ruppero tutti, quasi subito, con l’impossibilità da parte degli zelanti meccanici che lavorano nelle officine del deposito ischitano di poter mettere le mani sui disastrati autobus. I pezzi di ricambio scarseggiano ed è quindi molto difficile poter venire incontro ai guasti che periodicamente affliggono i pullman dell’Eavbus. Come se non bastasse poi sui mezzi arrivati dalla terraferma non hanno nemmeno l’autorità di poterci mettere le mani.

Le alte sfere dell’Eavbus hanno pensato bene di stipulare un contatto di prestito che non consente ai meccanici dell’isola di poter aggiustare i mezzi arrivati in supporto dai depositi di Caserta. Per poter accomodare anche solo un finestrino è necessario che sbarchi un meccanico della terraferma. Con i relativi costi che possiamo solo immaginare. Tutto ciò mentre i lavoratori dell’Eavbus isolani continuano a lavorare in regime di solidarietà, uno spreco di denaro che risulta un vero e proprio schiaffo inaccettabile per chi quotidianamente deve lavorare in condizioni precarie e con uno stipendio nettamente ridimensionato che obbliga a inauditi sacrifici.

A pensar male si fa peccato, recita l’adagio popolare, ma possibile che a Ischia arrivino sempre autobus in condizioni meccaniche precarie che non riescono a ottemperare al proprio fondamentale ruolo? Alcuni autobus, a poche ore dall’arrivo a Ischia, si stanno già guastando, il denaro gettato e l’insoddisfazione degli utenti crescono in maniera esponenziale, palesando nubi funeste su questa estate dei trasporti ischitani.

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