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Al tramonto il monopolio dei trasporti nel Golfo

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Porto di Napoli sempre più ingarbugliato: lavori bloccati, soldi da restituire alla UE, disservizi delle compagnie di navigazione e … nuovi investitori

Di FAUSTO COLANTUONI

ISCHIA - «Il molo Beverello è terra di nessuno, visto che non si è riusciti a creare l’integrazione tra il porto e la città, sarebbe stato meglio tenere la protezione che c’era in precedenza» ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni che non ha mancato di sottolineare «la posizione geopolitica nel Mediterraneo» di Napoli e del suo porto, aggiungendo poi «al netto delle drammatiche emergenze legate alla gestione e alle prospettive di governance future del porto, c’è da evidenziare l’esistenza di un potenziale logistico mediterraneo tutto ancora, o quasi, da sfruttare». Parlando del progetto fatto sul porto e del suo futuro il presidente regionale confcommercio ha detto «Non risolvere, come colpevolmente sta facendo il governo nazionale da quasi due anni la questione del Porto di Napoli, significa chiudere ogni porta, anche quella che guarda alle relazioni con la sponda Sud del mediterraneo e bloccare lo sviluppo e il futuro della nostra terra».

Una questione quella del porto di Napoli che da anni ormai prosegue insistentemente e rimbalza di bocca in bocca, di dichiarazione in dichiarazione lasciando sempre invariata la situazione relativa ai lavori da effettuare per regalare alla città il nuovo porto, da molti visto come «la più importante industria di Napoli» capace di creare posti di lavoro e in grado di giovare all’economia regionale, un punto di snodo importante ancora alla fase embrionale secondo molti.

Il porto partenopeo potrebbe essere il vero oro di Napoli

Due milioni e ottocentomila metri quadrati, undici moli, dodici calate, sei milioni e mezzo di passeggeri e quattrocentomila container l’anno, duecentotrentasei edifici nel suo perimetro, “l’oro di Napoli” che ancora non trova pace attraverso un utilizzo che sia fatto al centro per cento. Manca ancora il presidente del porto, la quadratura del cerchio era stata trovata in Riccardo Villari, sponsorizzato da Giggino Cesaro, ma è stato poi fatto notare che la laurea in Medicina della quale Villari è in possesso non fosse del tutto pertinente con la legge 84 del 1994 che richiede la «massima competenza» in economia portuale e dei trasporti dei candidati. Fermato Villari, via ai nuovi candidati, la legge parla di una terna alla guida dell’ente. Ritorna poi Villari che ha, a sua volta, bloccato al Tar questa mossa, resuscitando la terna di prima. Si andrà in ricorso e intanto 240 milioni di fondi europei – che aggiunti agli investimenti privati arrivano oltre il miliardo di euro – si perdono se entro fine 2015 non si realizza il «grande progetto».

Tralasciando la situazione futura, la situazione attuale del porto non è tra le più incoraggianti, e a parte le condizioni fatiscenti nelle quali versano i moli, il problema più annoso che si riscontra è il problema relativo al trasporto marittimo.

La Caremar, storica compagnia di trasporto marittimo pubblico partenopea, ha da tempo dichiarato fallimento, ed è stata rilevata poi dalla Snav-Rifim che ancora non ha avviato il nuovo ciclo bloccata dai ricorsi al Tar pendenti .

L’Alilauro, altra compagnia storica del porto ma privata e di proprietà dell’armatore Salvatore Lauro, a detta degli utenti, non si discosta di molto dalla qualità dei servizi offerti dalla Caremar.

Nell’agosto dell’anno scorso rimasero fermi cinque aliscafi per Ischia il ”Rosaria Celestina” e il ”Giove” dell’Alilauro insieme all’ ”Aldebaran” della Caremar rimasero bloccati al Molo Beverello, mentre il ”Citta’ di Forio” ed il ”Giunone Jet” targati Alilauro rimasero fermi a Sorrento poiché il carburante col quale era stato effettuato il rifornimento ai mezzi era misto a acqua e andò a ostruire filtri e motori dei natanti che non poterono fare altro che rimanere ormeggiati per quattro ore per essere riparati. La folla quel giorno era a dir poco inferocita, con turisti e utenti che sotto il sole di agosto per poco non iniziarono una rivolta.

In inverno la situazione non migliora, tra corse cancellate e maltempo la rabbia degli utenti monta anche, e soprattutto, sotto la pioggia.

Soventi sono i traghetti e gli aliscafi che restano bloccati agli attracchi per condizioni metereologiche “non favorevoli e pericolose” a causa delle piogge e del mare mosso che – secondo i passeggeri – è calmo.

Tra Caremar e Alilauro spunta la Ischia Lines

Nonostante tutto, per fortuna, c’è chi è ancora disposto a investire nel porto partenopeo. È questo il caso dell’armatore Morace, proprietario della Ustica Lines, con una compagnia che si chiamerà Ischia Lines.

La neonata società per azioni è ancora in attesa che terminino gli iter burocratici per essere operativa, e le tratte coperte saranno quelle da Napoli a Ischia e Forio, con tre mezzi veloci, e di ultima generazione.

Il nome di Morace non suonerà nuovo all’Alilauro e a Salvatore Lauro, visto che lo scorso marzo, il presidente della Ustica ha presentato alla Procura della Repubblica di Palermo una querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti dell’armatore ischitano e di Alessandro Seminara della Compagnia delle Isole (ex Siremar), per dichiarazioni fatte ai giornali che volevano alludere secondo Morace a un “trattamento preferenziale ricevuto da Ustica Lines nella predisposizione e nell’aggiudicazione di gare d’appalto pubbliche”, con il chiaro intento di “denigrare il ruolo commerciale della società, di screditare un concorrente in una gara e dall’altro di operare un’indebita pressione sull’ente appaltante”.  “Evidentemente i vertici della Società continuano a non avere ben chiaro il concetto di libera concorrenza” aveva detto il patron di Ustica, aggiungendo che “atteggiamenti diffamatori fanno seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che, così come aveva già fatto il TAR Lazio, ha accolto la domanda di annullamento degli atti che avevano condotto alla cessione di Siremar in favore di Compagnia delle Isole”. L’ultima parola probabilmente spetterà ai loro mezzi e al golfo di Napoli.

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